FOMATPLAY grazie Iban
per aver accettato di partecipare a questo progetto.
Allora la prima domanda è
se ci vuoi raccontare un po' del tuo viaggio;
cosa ti ha portato qui in Italia?
IBAN allora mio...
intanto grazie per l'accoglienza di questo progetto.
Allora eh... Io, diciamo che in Italia sono venuto in
2 fasi: la prima è stata come Erasmus, tipo 27-
28 anni fa e sono venuto
proprio qui a Napoli;
ed è stato per caso che...
nel senso che qua
ero studente di secondo anno dell'università
c'era la possibilità di andare in Germania, Francia
o Napoli. Nel senso la professoressa
che aveva queste borse
è arrivata a lezione ho detto "ho delle borse";
noi eravamo 6 in aula e c'erano
8 borse
quindi potevamo anche scegliere.
Quindi con un amico abbiamo deciso
Napoli per 2 motivi: 1
perché sicuramente era più economico;
stiamo parlando anno 95-96,
quindi era più economico sicuramente
Napoli rispetto alla Francia o alla Germania.
Stiamo parlando che ancora non c'era l'euro
quindi dovevamo pensare anche al cambio.
Quindi la spagna non è che abbonda
come prezzo e quindi siamo partiti così. Nell senso,
era a dicembre, ci sono delle borse a febbraio, partiamo!
quindi siamo partiti in treno
perché gli aerei non erano gli aerei che ci sono adesso;
e quindi io da Valencia
ho preso il treno un pomeriggio,
mi aspettava il mio amico a Barcellona. Lui era di là.
Siamo partiti con due borsoni
perché dovevamo stare sicuro
6 mesi. Sapevamo già
che erano 6 mesi. Quindi non potevamo venire tipo dopo
a pasqua eccetera.
Io non sapevo italiano.
Il mio amico aveva fatto un corso
così. Quindi abbiamo perso il treno,
fermata in francia per controllo
dogana, perché esistevano anche le dogane.
Quindi ci hanno controllato, cambio di treno
poi eh siamo.... abbiamo fatto notte a Genova
e poi da Genova siamo venuti a Roma.
Siamo arrivati a Napoli di notte
alla stazione
nel 95. Quindi Napoli nel 95, stazione di treno era
particolare. Quindi il discorso era particolare.
Che se adesso la stazione è con tutta la vigilanza,
tutti i cambiamenti positivi che ci sono, negli anni 90
no. Quindi potevi arrivare
OK ho visto, me ne vado, me ne torno a casa,
non voglio sapere niente.
E quindi siamo stati. Abbiamo fatto,
vabbè, questa avventura da studenti Erasmus
quando l'Erasmus non era così ehm...
chiaro per tutti; nel senso, neanche i docenti della
facoltà
non sapevano neanche bene cosa fosse l'Erasmus
quindi noi dovevamo spiegare che,
che cosa facevamo,
che dovevamo fare questi corsi eccetera.
E quindi è stata un'esperienza secondo me forse
rispetto all'Erasmus di adesso
forse più interessante
perché eravamo molto più da soli.
Nessuno sapeva niente quindi
veramente abbiamo vissuto
un'integrazione piena.
Perché eravamo pochi poi
non c'era tutto questo gruppo, questa accoglienza Erasmus,
niente. Cioè, nel senso, veramente da soli.
E poi lì ho conosciuto quella che è adesso la... qui
conosciuto per caso
anche quella che ha adesso è la mia moglie.
Quindi io sono frutto dell'Erasmus,
quelle cose che si fanno parte in Erasmus
poi si fidanza,
sposa eccetera.
E dopo questo periodo sono andato,
sono tornato a Barcellona per finire la carriera.
Quando ho finito sono ritornato qua.
Sono stato un paio di anni
poi mia moglie, adesso fidanzata,
aveva avuto un Erasmus per andare a Barcellona.
Quindi siamo ripartiti a Barcellona
lei ha fatto l'esperienza
come Erasmus lì.
Poi dopo lei è finita-; è venuta qua per rifinire.
Sono rimasto là finendo,
lavorando eccetera.
E poi abbiamo capito che la questione era
o l'amore o il lavoro.
Quindi uno ha scelto l'amore
perché una persona non è che la trovi sempre
e quindi ho lasciato
lavoro eccetera e sono venuto qua
e siamo stati qua a Napoli
fino al 2000,
penso 2007.
è stato uno dei periodi, secondo me, peggiori di Napoli.
2006 fino al 7
era veramente... non si poteva più. E ce ne siamo andati;
è stato un momento in cui molti docenti,
per esempio di spagnolo,
cioè il collaboratore
se ne sono andati moltissimi. Penso
per tanti motivi:
uno era veramente la tensione della città.
Noi siamo andati in Sardegna,
abbiamo fatto 15 anni in Sardegna
e poi dopo siamo venuti prima,
un po' prima della pandemia
anche per
questioni familiari, questione di lavoro eccetera.
Quindi eh....
è sempre per me rimanere adesso...
nel senso, quando uno fa questa esperienza
che te ne puoi andare e tornare, andare...
sempre parlando di questa esperienza di Europa,
no? il movimento...
sembra che quello lo puoi fare solo quando sei giovane
però forse non è così.
Nel senso, uno deve capire che in qualsiasi momento uno può
cambiare città,
ma anche cambiare paese,
no? dipende anche da...
certe volte la vita o
quello che ti senti in quel momento, no?
Cioè rimanere ancorati
secondo me non è buono per nessuno.
Se vuoi rimanere rimani
però ancorato perché c'è
qualcosa che ti obbliga
hmm... se non stai bene forse non ne vale la pena.
Questo è un po' il riassunto di
trent'anni di vita.
FOMATPLAY sì.
Al di là degli spostamenti tra Napoli e la Sardegna,
ci sono stati dei momenti in cui
hai invece pensato di voler lasciare l'Italia
proprio per
la questione del non rimanere ancorati?
IBAN sì molte volte,
molte volte.
FOMATPLAY come mai?
IBAN perché...
una perché penso che l'Italia
è uno dei paesi più affascinanti
in positivo e in negativo
di quelli che Io abbia visto;
il sud Italia ancora di più.
Cioè, nel senso, io non considero l'italia tutt' una.
C'è l'italia burocratica che è una,
indivisibile. Quindi funziona così in tutto,
in tutt'Italia.
E poi ci sono diverse realtà.
L'Italia è molto difficile perché
da un punto di vista del lavoro,
cioè, veramente molto complicata.
Da un punto di vista anche
allora, come spiego? per per me l'Italia
praticamente è
"questo non si può fare perché perché non si può fare"
o "questo si fa perché si è fatto sempre così".
C'è ancora questa...
cioè, è un pensiero mio soggettivo.
Se non si può risolvere un problema
si trova un'alternativa. Cioè non non si va
di fronte e si risolve fino alla fine;
si trova un'alternativa
che convive con quel problema ma un problema ci rimane.
Trovi un'alternativa che poi diventa un problema
e quindi
devi ritrovare un'alternativa all'altro problema.
L'italiano che ci abita
è abituato a vivere così
e quindi sa muoversi. Chi meglio si sa muovere,
per me, in questo ambiente è quello che poi fa carriera;
quello che riesce a vivere bene
e dire che in Italia si sta bene.
Ma se vuoi risolvere i problemi
non ce la fai;
e questo è in tutti gli ambiti lavorativi.
Cioè, nel senso, io adesso viaggio con il treno
e conosco sul treno, no? carabinieri, altri docenti.
In tutti gli ambiti lavorativi è sempre uguale.
Cioè arrivo a un certo punto che
c'è un problema è molto difficile da risolvere
perché si è fatto sempre così;
è una società, per esempio, anche molto gerarchica.
Questo quando sono arrivato dall'Eramus
già lo avevo visto.
Gerarchia nel concetto militare:
che sta sopra
per i motivi che siano.
Deve far vedere a chi sta sotto
che lui sta sopra e che comanda.
Chi sta sotto
non ha diritto a proporre niente.
Quindi si, si sente molto.
Ehm... il vestire,
tutto marca,
no? Non ci sono cambiamenti. Per esempio sulla lingua...
quando eravamo in Sardegna una cosa che faceva molto
sorridere;
noi andavamo di solito su una cala, una piccola cala,
dove la gente...
in quel luogo c'erano persone che erano notai,
avvocati, presidi di scuola, professori eccetera.
In quella cala tutti eravamo con il costume da bagno
quindi non c'era niente
che differenziasse una persona da un'altra.
Per esempio il fatto del saluto italiano, no?
quando uno insegna lingua, no? si saluta così, così ciao,
buongiorno eccetera.
C'è una forma di salutare in Italia che
è la professione
"buongiorno professore,
dottore, commentatore,
avvocato". Soltanto su certi
lavori. Cioè non è che uno va e dice "cameriere, spazzino".
Quindi io scendevo questa cala
e vedevo questi che quando scendevano
"buongiorno preside",
"buongiorno professore". Perché era un modo di
dire "OK, noi siamo
questi anche se stiamo in costume.
Quindi non potresti sapere chi sono.
In modo che noi siamo questi e voi non siete nessuno"
Questo fa sorridere però mi rendo conto
io ho la possibilità
di dire "OK, me ne vado"
tanto le radici sono poche.
Però penso a un giovane italiano; è molto più difficile.
Devi dire "OK me ne vado"
perché devi rompere con tutto, no? famiglia,
con i tuoi luoghi, con...
e quindi è difficile. Se un
italiano, un ragazzo italiano, uno studente nostro
ha questo desiderio, cioè,
me ne rendo conto che è difficile
non rompere; è che,
cioè, è difficile quindi. Ci ho pensato molte volte,
ci penso anche adesso,
nel dire "OK, me ne vado.
Ritorneresti in Spagna? No".
Perché, per una questione politica.
Cioè nel senso so che... allora io conosco,
per esempio,
la Spagna rispetto all'Italia è molto ignorante.
C'è una destra ignorante
che è orgogliosa di essere ignorante.
Fa vedere che è ignorante
ed è molto pericolosa. Io non so qua
in Italia se veramente,
se il fatto che la Meloni va con Vox eccetera
è pericoloso. La destra
italiana è ugualmente ignorante.
Cioè Salvini è quello che è. C'è,
lo sappiamo. Però non sono orgogliosi di esserlo,
cioè, comunque nascondono
la loro ignoranza, cosa che non succede in Spagna.
E per esempio penso che così come nel 2008
in Spagna ci fu un crollo molto più pesante
rispetto
all'italia perché quella famiglia comunque sosteneva.
In Italia dal boom del duemilatré,
di Zapatero con tutta la progress-;
che era un boom economico falso che veniva già
politicamente dal Pepé.
C'è stato questo crollo. Adesso forse se ce n'è,
se ce n'è un altro
penso che sia una situazione
politico-economica in Europa pericolosa.
Perché questo aumento della ultra-destra
in tutta Europa,
con una massa di immigrazione,
non è immigrazione, perché non è
vero. Una massa dei figli di immigrati
che magari non si trovano più,
non sanno magari chi sono veramente;
è veramente un brodo
che può scoppiare.
Quindi la Spagna la vedo pericolosa in questo senso
e in qualsiasi momento
uno si dovrebbe posizionare
o non lo so che cosa può succedere;
anche se vedo
che economicamente si sta meglio.
Infrastrutture molto meglio
rispetto al suo messaggio. Siete state a Murcia,
cioè anche piccoli paesi
da un punto di vista.
Per esempio, si parla molto a Nord
della transizione ecologica.
Io vengo al lavoro in bicicletta, no?
Cioè lì puoi andare in bicicletta.
Una certa sicurezza, in tranquillità
quando vado torno in Spagna mio figlio va,
andiamo in bicicletta tutti i giorni. Lui è felice
perché si sente libero.
Qui è un rischio: dici "OK, faccio la croce"
e tu sei un problema.
Cioè nel senso, tu che vuoi andare a piedi,
tu che vuoi prendere i mezzi,
tu che vuoi sei il problema.
E quindi non si...
"no, ma non facciamo piste ciclabile
perché la gente non le usa".
Ma non ce ne sono falle e poi si vede.
No, ma la gente Il pullman non lo pre-;
eh fallo, e poi la gente lo prende.
E questo in Spagna penso che sia stato fatto
così come è stato fatto
anche in Francia. Io per esempio adesso
dovessi scegliere, sceglierei tipo la Francia, veramente.
Cioè, tornassi indietro studierei il francese
e... perché hanno più
quello
che ho visto. Sempre come una questione soggettiva.
Ho visto che hanno più un coscienza civile;
cioè nel senso, loro sono lo stato
quindi lo stato non è un, un,
un elemento estraneo a loro, no? quindi
ci credono molto di più.
Vedo le università... mi piace come
sono organizzate anche per gli studenti.
eh cose
sciocche come la mensa; mi piacciono molto le mense
dove ci sono diversi prezzi
rispetto a se sei studente o sei un lavoratore, o un esterno.
Quindi alla fine
uno studente per un paio d'euro riesce a pranzare
e quindi questo...
penso che... quindi sceglierei poi la Germania.
Vabbè, altri posti sì. Non lo so.
Però di quello che ho visto, visitato eh...
più sempre aperto a quello,
ad andare.
FOMATPLAY Riguardo sempre il suo arrivo a Napoli nel 1995
ha fatto fatica ad adattarsi
allora? com'è cambiata la città?
invece quali sono i valori
che ha abbracciato invece
con più facilità quando è arrivato in Italia?
IBAN allora eh...
Non è stato difficile in quegli anni
forse perché
noi eravamo... cioè due catalani quindi
con gli spagnoli non andavamo,
Non per niente,
nel senso, perché volevamo imparare l'italiano
quindi se andavi con gruppi spagnoli non ne parlavo.
Quindi andavamo sempre con italiani, basicamente.
Quindi il il fatto di essere
da soli, con gruppi italiani
o con una città dove non c'era tanto turismo
era molto facile integrarsi. Ti sentivi
voluto bene. Cioè, sempre abbiamo
avuto aiuto di tutti; cioè, veramente di tutti.
Napoli per noi è stata una città,
forse la città più umana
per bene e male d'Europa.
Cioè, nel senso è una città che ancora è la
città forse più orientale de....
come modo di essere d'Europa.
Era una città dove noi vedevamo, ecco, questo
aspetto umano. Dove il contatto fisico esisteva.
Dove noi... mi ricordo una pizzeria dove andavamo sempre,
a un certo punto siamo diventati amici
quello chiudeva la serranda la sera e stavamo con lui.
Certe volte
non ci faceva pagare perché eravamo studenti di fuori
e quindi era meglio se risparmiavamo i soldi.
E quindi ci invitava
ogni tanto a...
la pizza e non pagavamo niente.
Poi, per esempio, mi ricordo in quell'epoca
fine anni novanta ancora si vedevano
parecchie eroinomani, no? O comunque gente
n giro e mi ricordo questo fatto di qua,
Mezzo Cannone, un
ragazzo che stava proprio fatto cioè nel senso che...
mezzo caduto. E certi non so se li conoscevano o no.
Cioè, certi li hanno presi. Certi uomini
grandi gli hanno fatto un [cazziatone]
"no, tu devi smettere" tatata,
l'hanno preso,
l'hanno fatto sedere, gli hanno comprato un cornetto, un caffè
e l'hanno tenuto lì. E quello... noi che venivamo,
almeno io come studente da Barcellona,
e anche il mio paese
cioè anni 80,
fino ottanta l'eroina uno la vedeva
e vedevi questa marignalizzazione. Qua non l'ho vista
in quell'epoca. Quindi questo per noi è
stato molto positivo vedere tutto questo aspetto
umano, culturale.
Ci ha comunque sorpreso molto tutto questo
fermento culturale ehm....
per esempio anche la conoscenza dei nostri compagni
dell'epoca che sapevano molto di più di noi;
cioè vedevamo come il liceo italiano
formava-; cioè noi hmm
potevamo parlare con gente che studiava architettura,
parlavamo di temi letterari
che erano nel nostro campo e loro sapevano.
Quindi noi eravamo completamente ignoranti
in aspettiti di architettura,
no? quindi questo qua era anche uno show
positivo in questo senso. Quindi...
E poi abbiamo visto come
anche era il periodo di Pasolni.
Quindi non lo so se questo ha a che fare...
quindi dopo abbiamo visto
da un punto di vista il peggioramento
di questo lato umano. Poi ho detto questo è nel 2006,
è stato veramente molto, molto, molto pesante.
E adesso devo dire che
ci sono molti aspetti positivi.
Vedo anche facendo per quanto riguarda la
la sicurezza, forse.
Cioè non ho...
Prima andare alla stazione era Piazza Garibaldi,
c'era il rischio che fino alla stazione non eri salvo.
Cioè era una...
Cioè, fare corso Umberto come arrivavi alla fine
attraversare era "OK, vediamo" . Adesso no.
Sì,
voglio dire, devi fare attenzione a
come qualsiasi metropoli d'Europa.
Le stazioni son sempre un luogo un po' più pericoloso, no?
Non, non ho questa sensazione adesso di...
eh però, per esempio, il turismo
forse serve per
coprire certi disagi.
Nel momento in cui crolla il turismo
non so che può succedere.
Anche per gli studenti, non trovano appartamenti,
cosa che... non lo so, adesso è da tempo che non esco.
Però, per esempio, prima
Mezzo Cannone, San Domenico era vita di studenti,
e soltanto gli studenti tutti i giorni a settimana.
Quindi mi ricordo di uscire.
Cioè noi uscivamo senza fare appuntamento.
Cioè tu uscivi, trovavi qualcuno
e basta. Adesso non lo so se questo...
cioè il turismo ha rotto queste dinamiche o
meno. No, non lo so.
FOMATPLAY invece ci sono stati momenti in cui hai percepito
magari atteggiamenti di ostilità nei tuoi confronti
in quanto cittadino non italiano?
IBAN no, no, qua no. Cioè,
per quello ho detto che forse è la città più orientale
no. Cioè no.
Ma neanche son contro i...
gente-; cioè nel senso a me non si vede che sono di fuori,
no? cioè se vado in giro nessuno lo può dire.
Però neanche su
gente di origine magrebina, neri ,cioè non ho visto mai
un... cioè, nel senso, se c'è stato secondo me
è anche per gruppi
di persone che sarebbero
ostili a chiunque
non determinatamente per essere
straniero, no? questa,
questo allora no.
Ho sentito, ho assistito
a un caso
di xenofobia molto bello interessante
nella regione Sardegna.
Allora questo qua era forse 2003- 2004,
c'erano stati concorsi per guida turistica
che erano stati bloccati dalla regione per tanti anni.
Lo hanno riaperto
e dovevi
fare un esame per poter avere il patentino di guida
della regione Campania.
La regione Campania, non so se ho detto regione Sardegna.
Sì, regione Campania.
Comunque mi hanno chiamato per essere
esaminatore di spagnolo di là.
Quindi c'era la commissione, quindi direttore
poi c'era il museo,
c'era il museo,
c'era anche geografia, territorio come prova,
e poi c'erano le diverse lingue,
no? C'era giapponese, spagnolo, svedese, tedesco, greco,
francese e inglese, no?
Perché supponeva che tutti sapessero l' inglese.
Allora quasi tutti
quelli che si presentano in gran parte erano stranieri,
soprattutto gente dell'est: polacchi,
polacchi,
rumeni che era gente che era venuta in quegli anni
magari della Polonia, magari,
eccetera; che facevano lavori domestici perché era quel...
però era gente laureata
e là avevano visto una possibilità
di avere un patentino.
Era gente molto formata,
che sapevano... non soltanto magari... eh, c'era anche polacco,
non soltanto polacco magari anche polacco,
tedesco, francese eccetera.
Quindi all'inizio si facevano queste prove e
e giustamente queste persone
facevano più lingue
e quindi in graduatoria
superavano quasi tutti gli italiani;
quasi tutti gli italiani
venivano soltanto per quello in spagnolo.
Perché molti ci provavano
e cioè "fammi vedere se lo riesco
a fare".
E quindi si valutava,
facevano una media di voto alla fine volevano con
tutte le lingue.
E noi avevamo detto "ma scusate se uno...
che c'erano casi di gente che sapeva 5 lingue;
cioè 5 lingue
è normale che deve avere un voto più alto".
C'è stata una discussione.
A un certo punto tutta la corsia eravamo tutti
stranieri
e uno dei... penso che fosse di
geografia, no? dice "no però basta! già
tutti questi stranieri che vengono qua
e ci vogliono togliere anche questo, no" disse.
E mi ricordo che,
che era un professore dell'Orientale,
se non mi sbaglio, di greco;
si alzò
comincia ad applaudire, ha detto
"grazie, noi qua siamo tutti stranieri.
Quando vuole ce ne andiamo pure noi".
Quindi, cioè,
ha fatto una figura ed è diventato rosso in faccia
perché...
ecco, quello di cui parlavo prima della gerarchizzazione.
Come noi eravamo docenti, non eravamo stranieri.
Gli altri
per lui erano gente che non si doveva permettere
di avere... lì ho notato questa
ostilità, ecco.
FOMATPLAY Quindi anche sulla base di questo che,
che tipo di atteggiamento hanno gli italiani
nei confronti degli stranieri
che vengono qui in Italia?
anche dei cittadini europei che vengono qui in Italia?
IBAN ma io penso che è una questione di povertà.
Cioè nel senso se sei straniero,
sei povero ti trattano male.
Se sei straniero e sei ricco ti trattano bene.
Cioè,
nel senso non....
non vedo che sia una questione del
perché sei straniero o meno;
è una questione di non conoscere-;
per esempio, un altro caso adesso
ultimamente molto bello,
molto bello questo qua; cioè veramente mi mi emoziona.
Mio figlio ha 18 anni,
lo porto a Judo. Questo stiamo in regione Lazio.
C'è una Bella scuola di Judo
e lo portiamo lì a fare Judo perché, vabbè, riteniamo
"vai vicino, devi fare uno sport e tatata".
L'anno scorso
arrivò un ragazzo, cioè un ragazzo
di 17 anni, 16 anni mi sa che... 16 anni aveva.
Enorme, cioè ho visto ho detto "wow e questo.
c'è uno nuovo?" allora il maestro dice "Iban,
hai visto questo che ti sembra?".
"non lo so se è bravo o non è bravo ma solo
fisicamente fa paura".
ha detto
"questo ragazzo è appena arrivato con un barcone
sbarcato dalla Sicilia.
Ha 16 anni. Non sa parlare niente".
Allora lui era arrivato
con un barcone,
quindi uno di questi emigranti
che devono essere affondati in mare,
con altri ragazzi.
Lui ha visto morire bambini in questo barcone ehm...
è arrivato a Mondragone.
Quindi è stato in una casa famiglia, accolto così.
E lui lì ha detto "Io faccio giù, cioè vengo
dall Tunisia" penso "se faccio Judo"
ha detto "c'è qualche posto qui?".
Dice "Io non voglio stare
senza fare niente" perché loro non possono fare niente;
nel senso, gli danno un tot di,
di soldi e stanno in mezzo-;
cioè
non aveva niente. Lui dice "Io non posso fare niente"
E quello
della Sardegna conosce, cioè sapeva,
perché conosceva questo di Judo perché....
Allora l'ha chiamato e ha detto
guarda c'è questo ragazzo qua,
può venire? e lui ha detto "certo.
viene". Quindi quando l'ha visto
ha detto "ok, questo non va perso
perché se tu lo lasci lì lo perdi.
Quindi ha fatto tutto; si è mosso
con la federazione eccetera
per avere l'affidamento
di questo ragazzo, metterlo in casa
e quindi è riuscito.
E quindi lui ha cominciato a allenarsi
con tutti.
Quindi l'ha cominciato a imparare un po' di italiano,
lo hanno mandato a corsi di italiano
e lui si occupava anche dei bambini più piccoli.
Se infatti vedevamo, no? che lui
si emozionava quando aveva i bambini piccoli.
Tutto quello che aveva vissuto; cioè spiegava,
cioè un po' in francese,
un po' tutto quello che che aveva passato.
Ehm, e quindi lui
aiutava questo qua
e l'altro giorno mi è venuto detto "ah ma tu sei
professore eccetera".
Dico "sì, insegno spagnolo".
Ha detto "no,
perché finalmente mi hanno accettato nella scuola.
Quindi potrò continuare gli studi qua".
Ha detto "però devo fare spagnolo".
ha detto "non l'ho fatto mai Io parlo francese e arabo".
Ha detto "se mi puoi dare una mano col materiale".
Così lui era contentissimo
perché poteva ritornare a studiare.
Quindi alla fine,
cioè, conoscendo a Ibra,
non è più uno straniero.
Cioè, quindi secondo me il,
il problema è una questione di conoscenza.
Cioè se tu non sai come si chiama una persona,
se non sai qual è il suo vissuto,
cioè, come puoi giudicare?
No? Cioè Ibra per tutti è Ibra. Cioè è un ragazzo
diciassettenne
che
ha una seconda possibilità.
E la possibilità lui la vede anche nella scuola.
Se io voglio studiare una...
per non stare a casa senza fare niente e due
perché è la mia formazione.
Se io ho dovuto lasciare gli studi
al secondo anno del liceo.
Dice "adesso voglio vedere se riesco
a fare gli esami del terzo anno e
fare anche quarto anno", no?
Quindi questo è un aspetto secondo me molto positivo.
Quando uno conosce la persona non è
straniero; non è straniero, no.
Questo discorso, per esempio, politico,
no? che si fa. No? vedi, no?
Gli stranieri extracomunitari, immigranti,
cioè non hanno nome, non hanno cognome. Cioè è una massa
e lì dove anche il linguaggio politico genera
i fantasmi mostri.
E quindi quando quello comincia a penetrare
poi è molto difficile sradicarlo.
Quindi secondo me
il discorso
è un discorso di linguaggio e di comunicazione
che chi lo usa contro lo fa apposta,
no? non fare questi nomi.
FOMATPLAY OK, e invece quali-; ci sono-;
che tipo di influenza hanno le istituzioni?
l'unione Europea in quanto istituzione nella tua vita?
se hanno un'influenza...
IBAN hmm...
Allora, direi che di no. Non si sente. Cioè, nel senso,
esiste
ma forse il cittadino non la vede.
Cioè non so se sono per i canali informativi,
non so se perché la ricerca la devi fare tu,
cioè, nel senso certe volte sì
mi mettono le azioni Erasmus,
tutte le azioni che ci sono in Europa; ci
sono cose veramente
che sarebbero
molto proficue per per piccole comunità anche.
Ma non ho capito perché non, non, non, non c'è questa-; cioè,
in una piccola comunità,
Europa non la vedono. Cioè,
io me ne rendo conto, per esempio,
la pubblica amministrazione.
L'Erasmus, cioè l'Erasmus non è soltanto
viaggiare; non è soltanto
fare studio;
è anche osservare quello che fanno.
Cioè, se piccoli comuni
tu prendi i funzionari,
li mandassi 6 mesi o 2 settimane
in un altro paese per vedere cosa fanno
forse si vedrebbe molto di più
perché poi quel funzionale potrebbe accedere
ai siti dell'unione europea
e vedere cosa può fare per il piccolo paese.
Perché anche penso che
analizzando la situazione attuale le grandi
città, le grandi metropoli io le vedo un collasso.
Cioè non, non...
Cioè se uno pensa a Napoli, Roma... cioè da Napoli
a Roma che c'è in mezzo?
Nel senso, anche qua e stiamo all'università, no?
Da Napoli a Roma
ci sono città che hanno
fagocitato tutto,
quindi anche i piccoli centri
dove l'Europa potrebbe essere più vicina in questo senso.
Non esistono perché la mentalità è sempre statale.
C'è sempre lo stato.
Quindi anche il comune non sa che può accedere
a una realtà superiore. Quindi nella mia vita
l'istituzione europea è dove-;
è sempre indiretto.
Perché è sempre passa il filtro stato,
regione, comune.
Quindi questo accesso diretto, come magari... non lo so
se magari
i paesi con una democrazia più
strutturata, più nella gente
funziona di più. Non lo so, tipo Svezia, Danimarca cioè...
Se questo cambiamento è diverso
o no; però qua io vedo che non so...
Spagna eccetera, vedo che
l'Europa non arriva, no? Ho come percezione.
FOMATPLAY ti senti un po' cittadino europeo nonostante questo?
IBAN eh sì. Io sì.
Sì forse il fatto...
vabbè perché ho cambiato città,
forse il fatto anche
di nazionalisticamente non essere spagnolo;
cioè nel senso perché io non sono,
cioè nel senso... Io sono.
Ok, valenciano però di nazione catalana.
Cioè, nel senso,
è anche il mio punto di vista.
Il mio punto di vista
è sempre verso il mare mediterraneo.
Cioè non guardo, cioè Madrid per me, per me,
personalmente, è molto lontano.
Ma lo è stato sempre,
anche prima di avere una solidità,
diciamo, politica.
Quindi il mare significa il mediterraneo.
Quindi sto forse più vicino a...
in questo senso, Italia o anche alla Tunisia
o Marocco che non ha altri luoghi.
Quindi forse il fatto di non avere uno stato.
Il fatto che uso si possa-; che Europa sia
la chiave, no?
Perché, voglio dire, non mi sento rappresentato dalla Spagna,
neanche dall'italia, neanche dalla Francia.
Quindi forse Europa.
Forse in questo senso sì,
uno si sente più cittadino europeo,
no?
non lo so, poi un non lo so, un gallese,
o uno scozzese o...
poi soprattutto loro, adesso con il Brexit che è
stato anche questo doppio gioco, no?
Cioè uno scozzese adesso che deve fare?
Non ha potuto essere indipendente dalla Gran Bretagna,
adesso si trova fuori dall'unione europea.
Cioè, cosa dicono loro?
in questo senso...
FOMATPLAY A proposito
della Brexit, appunto, che ricordi hai del referendum?
ti ha toccato comunque in qualche modo?
IBAN allora, a me non mi ha toccato personalmente e,
e.... però penso che sempre su un punto di vista del,
delle nazioni, no?
Per esempio gli scozzesi sicuramente eh...
ha dovuto bruciare parecchio perché loro hanno...
cioè, si sono trovati alla fine fuori senza volerlo.
E ci troviamo anche per esempio qui, in
in questo Centro linguistico,
con una mancanza di docenti inglesi.
Quindi da dove possiamo-; cioè la mobilità,
questa difficoltà di mobilità
fa che possono venire irlandesi o maltesi.
E quanti irlandesi?
Visto che l'economia irlandese
comunque sta andando bene.
quanti irlandesi verrebbero
in Italia a lavorare alle condizioni italiane?
Anche questo forse, l'Italia ci deve pensare, no?
Cioè nel senso quanta gente di fuori
in questo momento-; cioè lavoratori, non stiamo parlando dei
ricchi, ai nordamericani che si comprano una casa
in Toscana o nel lago di Garda,
no. C'è gente che lavora, che sono quelli che
alla fine c'è uno scambio di idee,
uno scambio di mondo
eh... cioè, gli italiani se ne vanno
eh...
poi alla fine, cioè, son, saranno gli stranieri quelli che
dovranno ricambiare
l'Italia, sicuramente. Quindi
Brexit non mi ha toccato
però dobbiamo chiederci questo, no?
che succederà.
FOMATPLAY invece tornando un po' di più sulla sua vita,
è ancora affezionato comunque alla Catalogna, a casa?
le manca casa?
IBAN sì, sì, sì. Ma, ma allora è
una relazione strana perché da un po' di anni-;
io prima sempre quando tornavo stavo comunque male,
no? perché hai lasciato una cosa eccetera.
Ma da un po' di anni ti senti come straniero,
no? torni a casa,
sei straniero anche lì perché la vita è cambiata.
Cioè, tutto è cambiato.
Quindi quando penso di tornare
sono consapevole che tornerei a un non luogo,
cioè un posto che
rimane a pezzi.
Quindi ci sono...
perché, per esempio, la Spagna è cambiata molto anche
da un punto di vista visuale.
Cioè, nel senso ci sono posti al mio paese
che non esistono più
come li ho conosciuti io;
quindi devo ristrutturare "ah OK, questo così questo era
colì".
Quindi tornare lì sarebbe tornare in un posto strano.
Quindi forse anche per quello uno non torna
perché hai sempre questo mito.
Ritorno e poi ti trovi che tutto è cambiato.
Quindi io penso che
quando uno sta tanti anni fuori
non appartiene più a nessun luogo vero.
Appartieni
al tuo ri-; cioè ai tuoi ricordi del tuo paese.
Quindi sì, torno per la vacanza.
Stiamo un po' e per il momento,
per esempio, quest'estate con mio figlio
io l'ho portato a vedere i posti dove io
giocavo, andavo eccetera,
e molti non esistono.
Cioè, gli devo dire "guarda, qua prima
c'era questo, questo, questo adesso ci sono case",
no? quindi manca. Mi manca per esempio anche,
in questo senso è più i catalani
rispetto di valenciani,
il modo di fare,
cioè il modo di lavorare.
Questo manca. Che è molto più diretto.
Nel senso è molto più...
c'è un problema si deve risolvere.
Quindi in questo qua sono come-;
parecchio nordici
e le riunioni,
no? cioè tu vai a una riunione
e c'è un ordine del giorno dove sai di che cosa
si deve parlare. Qua vai a una riunione,
cioè. mezz'ora di fumo
poi magari si
si vede, no? che cosa,
cioè....
non lo so, sono modi di fare.
Cioè, magari sono io che non riesco a capire
questi modi... non so, una riunione condominiale
è una tortura.
Perché non sai mai alla fine
cioè se se finisci sempre per litigare.
Mi dà molto fastidio questo
dell'italia: la gente per avere ragione alza la voce,
dà fastidio.
Cioè questa cosa
devono urlare. Chi più urla vince.
Non lo so, non lo so, per quello non lo sopporto.
Nel senso si può
discutere però no, questa cosa che si deve alzare la voce
è orribile.
FOMATPLAY e invece cosa la fa sentire di appartenere all'italia?
IBAN eh vabbè a parte la famiglia di qua eccetera.
eh....
forse pensando nel sud
più che nel Nord che vedo-;
cioè, per esempio il Nord Italia vedo più simile alle
mie parti in questo senso, no?
Tutta questa grande industria eccetera.
Qui forse, così come in Sardegna, il fatto
dell'appartenere,
di essere consapevole che si appartiene a un po-;
a una tradizione,
a un luogo per bene o per male.
Questo qua mi piace.
Infatti voglio,
cioè, mi piace che mio figlio cresca qua e che abbia,
c'è, questa,
c'è, questa tradizione dove ancora si
si mantengono,
no? oppure se uno è contrario a certe cose eccetera.
Però penso che è positivo
nel senso, che ne so,
anche se io come ateo a me la processione,
la Madonna, cioè no-;
per il fatto che la gente
ci vada, che porti il santo che...
penso che come comunità,
no? anche se c'è dietro ipocrisia
che poi la gente va là e non si può vedere,
si odia; però vanno lì,
penso che comunque questa appartenenza è una comunità
è importante qua. Cosa
per esempio
Valencia si è perso e a Catalogna si mantiene
in altri-; nei paesi.
Però in un concetto molto più
civile e di cooperazione.
Per esempio, le valenciane non abbiamo;
per esempio, questo qua mi,
mi fa appartenere qua, no?
Dico che sta bene. Cioè anche se non mi sento,
no? tipo un'integrazione piena.
Però ciò che è bello. Cioè nel senso che la gente
sa che è di un posto, no? cioè queste tradizioni,
radici, queste penso che sia bello.
FOMATPLAY e suo figlio è nato qui in Italia? mio figlio è
nato ad Alghero.
è nato
ad Alghero e lui è molto orgoglioso di essere algherese
e quindi...
non lo so che cosa si sentirà. Lui
dice sempre che è nato ad Alghero anche se
adesso sono tipo 6 anni che che sta qua.
E per esempio lui, ecco,
parla comunque catalano, parla italiano,
parla anche il dialetto del paese dove stiamo
e quindi quello-; mi fa piacere che lui,
lui ha
questo volontà di di,
di appartenere di integrarsi. Dove va, va, lui subito....
linguisticamente
questo mi piace. Nel senso che...
FOMATPLAY questo è molto bello
IBAN sì, sì, sì.
Non l'abbiamo.... noi anzi non abbiamo
proprio intervenuto in questo senso. Lui automaticamente,
si, gli piace piace conoscere
e questo è bello, cioè nel senso,
sì...
FOMATPLAY Bene, abbiamo parlato un po'
già all'inizio dell'intervista,
però cosa pensa della libertà di movimento?
che immagine le viene in mente
pensando alla libertà di movimento?
IBAN allora, la libertà di moviemento,
secondo me eh...
non lo so se è adesso,
no? penso la generazione più, più, che l'hanno già vissuto,
no?
se ne rendono conto
di quello che significa, no?
di movimento e comunicazione.
Non so se abbiamo perso anche
il concetto, no?
è bellissimo. Cioè, nel senso, potersi muovere
liberamente
con diversi mezzi;
quindi il poter comunicare
velocemente. Tutto
è molto più breve.
Allo stesso tempo non so se riusciamo a capire che
quella velocità
fa che tutto sia molto più effimero,
forse meno approfondito.
Cioè sto anche ragionando su questo.
Però per esempio, non so,
prima parlavamo, prima dell'intervista, no?
C'è uno vuole andare, c'è poi che ne so... ecco no?
Parlavamo di [unclear] eccetera,
no? Cioè ti vuoi muovere da qua
puoi prendere un aereo, puoi andare a Girona,
puoi andare a Barcellona con l'aereo.
Puoi andare in treno anche, se vuoi. Per esempio, i,
i treni notturni. Cioè Io penso che l'Europa del treno;
i treni notturni secondo me
possono essere veramente una grande risorsa per
l'Europa. Ho visto che adesso
forse c'è la compagnia austriaca che fa
Roma-Vienna, che l'hanno aperto.
E per esempio per andare in Catalogna,
Spagna, è complicato perché è sempre Milano
e poi scendere.
Però per esempio la,
la libertà quando noi siamo venuti non....
cioè, nel senso, Io me lo ricordo, sono tornato con
Alitalia e era-; a parte che era costosissimo
e era veramente complicato.
Cioè tu venivi qua e dovevi stare qua
e non potevi comunicare.
Cioè la comunicazione era telefonicamente
contato perché costava una barca dei soldi.
O lettere, no?
Cioè lettere scritte a mano che ti arrivavano
dopo 10 giorni
se andava bene,
no? Quindi...
però anche,
però anche questo qua era,
era positivo no? perché c'era comunque la,
la questione di scrivere
poi ricevere
questo, questa lettera. Avevi tutto il tempo, no?
di ragionare su quello che avevi scritto.
Quindi adesso penso che è molto,
cioè da un punto di vista lavorativo per studenti e...
penso che sia fantastico in questo senso.
FOMATPLAY Ok, siamo quasi alla fine. Le volevo solo chiederle
che tipo di ambiente lavorativo ha trovato qui a Napoli?
come si trova?
IBAN allora,
come tutto penso che potrebbe essere meglio
però
manca la volontà di organizzare le cose e farle bene.
Cioè, questo qua penso che sia il problema.
Cioè, nel senso,
non è solo qui dove lavoro adesso
perché ho lavorato in tanti posti simili
in città diverse, in luoghi diversi.
La problematica è sempre la stessa. Cioè, nel senso
non,
non sedersi
e dire "OK, abbiamo un problema. Proviamoci.
Ci proviamo un anno.
Se non va bene cambia". No è
"OK, abbiamo un problema.
Questo è così, questo problema
ci sarà per sempre
e quindi non fa niente".
"uindi questo è il problema
e questo che a me mi irrita, devo dire la verità. Cioè,
nel senso dico "OK, non vedete che non funziona?
questa non funziona, si deve cambiare".
Da quanto ho saputo
non è soltanto pubblica amministrazione,
anche nel nel privato
succede. Quindi nel privato,
che un imprenditore dovrebbe avere tutto,
cioè, tutta la voglia di cambiare le cose.
Se non funziona tu stai perdendo clienti,
stai perdendo soldi.
Quindi anche lì, no?
l'abbiamo fatto sempre così poi tanto si risolve.
E questa per me è la difficoltà.
Assurdo! Per esempio
sulla sanità, mi vengono esempi di quando stavo qua,
cioè, questione della sanità;
le infrastrutture sanitarie
del sud Italia fanno schifo. Cioè, nel senso, è
veramente vergognoso.
Però la capacità umana di chi ci lavora
è altissima.
Cioè, veramente, cioè...
nel senso che se si deve fare,
cioè se tu trovi il medico
o l'infermiere, chiunque,
cioè veramente lavorano bene, sanno farlo bene.
Cioè mi ricordo anni fa
mio padre ha avuto una colica renale qua a Napoli.
Cioè gli ho detto "oddio no".
Gli ho detto "cioè, che facciamo?"
Cioè siamo andati,
alla fine abbiamo chiamato qua e là tà tà,
abbiamo preso un taxi, cioè
il tassista ci ha portato a quello secondo lui migliore
e cioè....
poi dopo lì abbiamo trovato un infermiere,
cioè lo ha trattato,
cioè, benissimo.
Ha fatto la puntura. Cioè veramente è stato bene.
Quindi non è detto che... quindi se questi lavoratori
avessero
tutta un'organizzazione, una frastruttura fatta bene
dove loro si sentissero veramente bene
stiamo a livelli altissimi
perché c'è tutto questo componente umano
che si perde; perché questa, cioè... io
penso che i laureati, i giovani se ne vanno.
Quindi, cioè, l'Italia forse sta per... forse, non so magari,
cioè spero di sbagliare in questo senso.
Però vedo questo:
non c'è
il coraggio di dire "questo non funziona,
proviamoci!
magari perdiamo un anno o magari, diciamo, facciamo
un gruppo continua a lavorare così
e l'altro gruppo ci prova
e vediamo".
Quindi questo penso che la.... non lo so se al Nord Italia,
allora Io al sud, la mia
posizione è questa. Non si può fare perché perché no.
Si fa...
FOMATPLAY OK, allora adesso
le faccio una serie di domande lampo
alle quali può rispondere anche con una parola,
una frase.
Allora se può definire la libertà di movimento,
appunto, in una frase.
IBAN oh, in una frase direttamente, una frase.... eh,
non so.
Boh, non lo so.
Non lo so, forse non lo so.... direttamente
non lo so.
FOMATPLAY OK.
come riassumerebbe
invece la sua esperienza
riguardo alla libertà di movimento in Europa
fino ad ora?
IBAN ricca di immagini.
FOMATPLAY e come si sentirebbe
se la libertà di movimento venisse rimossa
per qualche motivo?
IBAN in prigione
FOMATPLAY dov'è casa per lei e dove crede di appartenere?
IBAN all'infanzia
FOMATPLAY come si sente qui a Napoli?
IBAN mi sento bene
FOMATPLAY invece cosa le manca di più della Catalogna?
IBAN ehm...
quella, quell'ora in più d'inverno; quel cambio di sole
di più. Qua alle 4 d'inverno è tristissimo.
FMATPLAY prenderebbe ad oggi le stesse decisioni che ha preso,
magari, nel 95?
IBAN No.
FOMATPLAY come mai?
IBAN perché ho l'esperienza
quindi cambiare piccole cose,
non tutto. Cambiarei piccole cose.
FOMATPLAY quindi chi è lei? se si può definire in 3 o 4 parole...
IBAN Chi sono io?
Qualcuno che forse ricerca qualcosa che non c'è.
Penso di sì cioè alla fine un,
un [outsider], no?
Cioè finché non ho capito che.... e forse questa è una-;
peggio si una condanna; cioè, sapersi escluso.
Cioè scusa, non non discussione, eh! solo sapere che-;
di non appartenere mai
al luogo e al te-; cioè tempo e luogo.
capita a tanti
quindi non sono... Sono tranquillo perché non sono l'unico
FOMATPLAY perfetto grazie Iban
IBAN grazie a voi