FOMATPLAY Okay, grazie Dimitra per aver accettato l'invito.
la prima domanda che ti faccio è
come è cominciato il tuo viaggio?
cosa ti ha portato qui in Italia?
DIMITRA Sì, piacere. Grazie del, della possibilità appunto di poter dire qualcosa su, su questa tematica, insomma del viaggio, di essere all'estero e vivere la propria cittadinanza in un certo modo. E
Il mio viaggio inizia da tanto tempo, sono stata diciamo a Napoli inizialmente tipo dieci anni fa, per poi fare
l'esperienza appunto di Erasmus eh di un anno
per poi tornare in Grecia e
decidere forse di continuare in italia.
Quindi, non più però
a Napoli, a Torino,
dove ho fatto i miei studi di magistrale in psicologia
e dopo questi 3,
4 anni di lì ho deciso comunque di rimanere in Italia
però ritornare a Napoli.
Quindi ormai mi sento-;
non potrei dire italiana
perché non ho questa concezione
di un posto di un altro.
Mi sento a casa dove riesco a creare dei legami quindi
ormai mi sento a casa a Napoli. Poi che cosa vorrà dire
non mi è chiaro, come dire ehm...
Le appartenenze no, si mischiano sia quella greca sia quella
napoletana, italiana di di adesso, quindi
eh...sono dieci anni quindi li sento belli pieni diciamo.
FOMATPLAY Uhm, che cosa definisce la tua identità italiana
quella greca e quella napoletana?
DIMITRA e quella italiana diciamo... eh sicuramente non...
faccio più fatica, diciamo, non mi sono mai sentita
come dire
italiana; forse alcune usanze, magari del cibo,
conoscenze sulla cultura
sul modo di funzionare di certi sistemi.
Mi sento
di conoscervi ormai meglio di quelli della Grecia, no?
e però non mi fa sentire essere italiana invece,
mi sento sempre greca e mi sento sempre
comunque un po' napoletana nel
senso che ormai sono tanti anni che sono qua. Forse
una cultura, quella napoletana, ti fa entrare dentro,
però quindi la sento casa
eh con i pro e i contro, no? una cosa del genere e...
Però napoletana forse perché
eh alcuni modi di di parlare,
di sentire il popolo napoletano...
Li sento molto vicini anche alla mia cultura greca
comunque. Poi sicuramente la Grecia è stata
ìimportante per Napoli
quindi tanti collegamenti, no? anche culturali,
storici,
sociali che uniscono le parti.
quella greca invece è una...
non la riesco a concepire
bene, perché è come sono nata no, quindi ad Atene e...i miei legami, la storia, la cultura, tutto quello che fa essere no, di un certo posto.
quindi come dire? lo sento
già onnipresente
no, in qualche modo, poi
che però non mi definisce talmente tanto da dire
"ah sono greca
e nient'altro", ecco, in questo senso.
FOMATPLAY E quali sono i pro e i contro di questa
di questa appartenenza
italo-napoletana?
hmm
DIMITRA Sicuramente una cosa che pensavo ultimamente
è che alcune volte ti senti un po'...
Quando entri molto dentro ad un'altra cultura,
forse qualche volta ti senti pure un po' apolide,
come se fosse più facile per me eh
vedere quelle parti della cultura
mia personale, ma anche quella napoletana,
più presenti nel quotidiano
no? invece quelle greche le dovrei recuperare
ripescando, magari gli amici in Grecia che sento alcune volte o i miei diciamo che...
diciamo che i miei genitori insomma che li sento spesso
ehm
però è più difficile
perché appunto sento che per la mia cultura
invece greca,
per la mia identità greca
eh sono un po' più mancante,
nel senso che faccio fatica a riprendere
delle cose anche a esprimermi alcune volte in greco e
eh mi è più difficile, anche per la mia professione, parlare in un certo modo faccio fatica.
Un'amica una volta mi ha chiesto in che lingua sogno e
le ho detto che da quando
sto in Italia e vivo per so vivo con le persone qua,
sento di avere legami forti con le persone di qua,
sento di sognare
se si può dire in italiano alcune volte però ehm
dipende molto da dove mi trovo. Però ammetto
che la mia parte più greca
devo dire ehm si solleva soltanto se sono in Grecia.
A mio modo quindi
adesso non vado da un po'.
E... Vado sempre poco, Natale e estate.
FOMATPLAY E sono in qualche modo in conflitto queste due parti o
si sovrappongono in maniera organica, armonica?
DIMITRA sì eh boh hmm...
penso è sempre molto molto dinamico sì.
alcune volte anche un po' conflittuali perché come se
una parte volesse no ehm...
non fossero sempre molto in pace in qualche modo;
perché quella magari italiana vuole emergere di più
per non sentirsi
forse alcune volte
di meno ma hmm...
forse nel contesto italiano in napoletano uno non
non si sente,
non si può sentire no, così. Forse se fossimo nel nord dell'
Europa in altri paesi dove
eh viene
marcato ma il fatto di essere di un altro paese di più
e non conoscere bene la lingua, forse lì capiterebbe.
Invece a me qua mi sembra che
ci sia sempre un po' di conflitto, ma
insomma gestibile in qualche modo.
FOMATPLAY e visto che hai
menzionato l'Europa
in questa convergenza di identità,
c'è anche un'identità europea?
DIMITRA Uhm… Non...direi di no.
discorso molto
conflittuale, molto difficile da definire forse anche...
eh politicamente, socialmente un po'
sono contraria a delle modalità,
modalità,
er al
modus operandis. diciamo, dell'unione europea.
quindi non lo so hmm...
dovrebbe essere un privilegio sentirsi europei però mi sembra molto
un contradditorio
no? come identità come se fosse un po' una sorta di marcatura che non,
non la riconosco come mia,
anzi, molto spesso penso che sia un limite per
altre persone, per altri popoli che raggiungono l'Europa. Potrebbe essere un sogno europeo
no? quello che
hanno detto eh tanti paesi molto benestanti,
però non mi sembra che sta diciamo avvenendo
in ogni caso.
FOMATPLAY in che modo
sentirsi europei è
un privilegio e/o un limite?
DIMITRA Privilegio per il fatto che appunto
forse adesso non lo possiamo più dire
perché le guerre ci sono sicuramente anche in Europa;
però sì forse è stato un privilegio
quando si pensava che
l'unione europea
doveva essere quel luogo che tutte le persone
possono raggiungere
per studiare, per vivere libere senza discriminazioni.
Cose che chiaramente abbiamo visto che anche qua
succedono eccome.
Dove, sì, forse in alcune situazioni ehm...
le cose vanno meglio. Però veramente ci
stati tanti casi in cui appunto
l'unione europea era molto più indietro
da punti di vista sia di accettazione dei diritti delle persone, sia per quanto riguarda le politiche migratorie,
insomma abbiamo dei Paesi che negano l'accesso a delle popolazioni, abbiamo altri Paesi che soffrono molto perché
come appunto la Grecia,
l'italia perché
non hanno degli strumenti per lavorare su questo
oppure che bloccano no?
l'arrivo dei migranti. Quindi,
insomma, eh penso che anche l'idea dell'Europa
è molto difficile molto, beh...
non mi sentirei di dire di essere europea
in questo senso,
forse parte
di una cultura mediterranea, di
di un sud e che cerca, diciamo, di cambiare
le cose;
sì forse così meglio diciamo mi sento più rappresentata.
FOMATPLAY quindi potresti dire che hai una identità mediterranea
più che europea?
DIMITRA sì forse mi sembra più puntuale.
FOMATPLAY e che cosa definisce questa identità mediterranea?
DIMITRA Sì, secondo me ha a che fare di nuovo un poco con questo discorso di popoli del mare, di popoli che hanno vissuto molto l'attraversamento di diversi popoli, di
diverse culture, quindi sono state plasmate all'interno
dell'incontro di diversi poli culturali,
quindi quello le rende ricche perché una persona,
una persona che diciamo
come cittadino insomma-; pensavo anche un po'
a città come
eh che forse con la migrazione è cambiato tanto
tutto ultimamente però,
città come porti
del mediterraneo: Palermo, Barcellona,
Istanbul posti dove comunque
uno può trovare delle tracce di culture di società
da tutte le parti. Questo le rende molto
vive, ricche da...
Da consegnare qualcosa no, nelle future generazioni, quindi sicuramente...
lì mi sento più
cioè mi sento più appartenere
però non mi sento europea per
tutti gli altri motivi,
no? di alcuni paesi molto restringenti,
di alcuni paesi che non riconoscono i diritti delle persone LGBT
oppure dei migranti,
oppure eh paesi che dicono di accettare che poi però,
come dire?
fanno soffrire molto di più le persone che le vivono
eh come succede molto spesso anche appunto tra Polonia,
Austria questi paesi là, Ungheria.
Quindi sì, nel mediterraneo forse
non che lì non ci sono le contraddizioni però eh c'è un...
però c'è uno spirito che anche dal punto di vista più, ecco uh...
a pelle mi sento più
appartenente diciamo.
FOMATPLAY Potresti parlarci un po' del tuo lavoro e di come
il tuo lavoro
ha anche determinato questa visione del mondo
che hai rispetto all'Europa e all'Italia?
FOMATPLAY ehm sì diciamo.
lavoro come psicologa ehm...
Anche all'interno appunto del contesto migratorio,
quindi con associazioni che si occupano di-,
non solo di accoglienza ma anche di consultazione verso le persone migranti. Ehm... Che dire, lo sento un lavoro
parla di me nel senso sicuramente il fatto che vengo da un altro
paese comunque mi dà una visione della vita
eh vista per quanto riguarda l'immigrazione no? che
attraversano le persone. Quindi lo sento molto
una scelta proprio di vita
occuparsi di questo. Non lo sento,
non lo sento una cosa che è capitato così.
Quindi penso come se fosse una chiamata.
In qualche modo interna.
poi per quanto riguarda proprio il lavoro sì
sarebbe pensare a delle consulenze psicologiche, a dei percorsi
di terapia per persone,
per minori, per stranieri, per le loro famiglie eh
o
individui che vengono a chiedere aiuto psicologico e
poi collaborando anche con il centro appunto Frantz Fanon
che si occupa da tanti anni
di questa particolarità, no? della cura
cura etnopsichiatrica...
non so forse è un modo di fare clinica
politico, no? in qualche modo
eh lo desidero perché mi sembra un modo
vero per fare politica ma fare anche il lavoro
psicologico in qualche modo.
FOMATPLAY Okay,
eh e quindi stare a contatto con questa umanità altra,
come ha determinato il tuo modo di...
OK quindi come ha
determinato
il fatto di stare a contatto con questa umanità altra il tuo modo di percepire
l'Europa e il contesto in cui ti sei immersa
sociale, culturale,
ehm
psicoaffettivo?
DIMITRA ehm sicuramente
la distanza, come dire, influenzava perché
poi non lo so,
non sento nemmeno che sia un'altra umanità.
In realtà penso che siano, diciamo,
provenienti da altre culture da altre situazioni
che però appunto fanno la stessa nostra umanità.
E forse anche un modo per vederli con un più
con uno sguardo non di accoglienza ma di comprensione
in qualche modo.
quindi eh
a me mi sembra sempre una cosa molto naturale,
non lo so, cioè lavorare con
le persone di un altro paese forse mi sembra lavorare
appunto, no, essendo sempre io,
mi sento molto a casa qua
però mi sento sempre comunque anche un po' altra no,
quindi... hmm
non lo so mi è sempre appassionato molto
eh forse hmm la cosa più bella è che
è molto bello fare terapie penso
anche con persone, appunto,
italiane o greche quello che
è; però il fatto di conoscere un altro popolo, un'altra situazione
critica psichica ehm
e cercare di costruire dei ponti no, di comunicazione,
penso che sia forse una delle cose più
ehm... Che fa, che fanno comunità
che creano questo senso di costruire forse
legami al di là ehm...
dei limiti, dei confini quindi per me, come dire,
è un modo per sentire proprio appunto il senso del Mediterraneo
non solo no, attraversare
questa linea che ci separa gli uni dagli altri.
FOMATPLAY Certo, umanità percepita come altra,
raccontata come altra
no, rappresentata forse come altra...
e rispetto a questo volevo chiederti quali sono le, secondo te, le attitudini o
o i comportamenti collettivi che segnano questo
ehm rapporto verso
eh la migrazione le persone migranti in Italia,
in Europa e se vuoi anche in Grecia?
DIMITRA intendi più che altro che sguardo
diciamo c'è nei loro confronti?
FOMATPLAY sì
DIMITRA sì è uno sguardo difficile da definire perché non è mai
Sì, uno sguardo difficile da definire perché non è mai, diciamo, univoco no, ci sono molte situazioni dove
io sento che insomma lavorare con i migranti
sia la cosa più normale, come dicevo, naturale che
c'è, però forse chi lavora nelle cooperative,
nelle associazioni da molto tempo con i migranti
sente la mia stessa cosa
e sicuramente e sicuramente sarà così;
però una cosa che sempre un po',
che spaventa insomma una cosa che sempre un po' mi turba
è vedere proprio le istituzioni,
eh... i centri di salute mentale, le istituzioni in generale no,
fare così tanta fatica a lavorare con popolazione diciamo
migrante no, come se
sempre c'è questa scusa, non abbiamo gli strumenti,
non sappiamo come,
come fare come se fosse sempre difficile
iniziare a pensare che
lavorare con emigranti sia la cosa più semplice
ma anche più naturale da fare; e quindi come impari
a leggere a studiarti il DSM-IV,
impari un po' a reagire con persone,
a lavorare con persone con culture diverse,
quindi a capire che la cura
non è uguale per una persona
che viene dall'Afghanistan,
o che una persona
ha, vede la cultura in modo relativo
perché non è che tutto
non è che la cultura spiega tutto
no, non è che basta la cultura;
però ecco no,
uscire un po', decostruire un po' questo concetto
anche di cura,
vederlo all'interno
ehm...
ad una, come dire, cornice più vasta no,
vedere diversi modelli culturali,
ed uscire dal proprio al punto narcisismo
anche metodologico...
e quindi secondo me stiamo messi
un po' male, se uno pensa
dal punto di vista sia politico-sociale,
però ci sono delle realtà che
danno una speranza appunto
no, che cercano di fare un lavoro dignitoso,
che cercano di interrogare un poco queste modalità rimaste
diciamo all'antica.
FOMATPLAY e tu ti sei mai
sentita percepita come diversa o altra nel contesto
italo-napoletano, visto che hai vissuto anche al Nord?
e se sì, in che cosa? in che modo?
DIMITRA eh sì diciamo sono sempre
mi sento sempre altra un po', però
sono state pochissime le volte forse
che mi sono sentita altra in modo negativo,
forse sempre un poco, come
in una sorta di cornice speciale,
non so, un soggetto speciale
perché appunto "parla la nostra lingua
ma non è di qua". Sai un po'...
fa ridere perché con le persone appunto
sia a Torino, sia a Napoli
molto spesso capitava che mi chiedevano
"ma come fai a parlare così bene?
di dove sei? sei del Nord?" oppure
a Torino mi dicevano l'opposto
"ah come parli così bene,
però sembra che sei napoletana"
no? come se fossero diverse
culture che si mischiano.
Però posso dire che no,
in Italia non ho mai percepito una sorta di razzismo
o qualcosa del genere nei miei confronti.
Anzi mi sono sentita sempre abbastanza accolta.
Non so se proprio anche per questo perché
appunto parlo
da tanto tempo l'italiano,
e lo parlo forse in modo fluido quindi non divento
un sogetto difficile, indecifrabile in questo senso...
FOMATPLAY quindi secondo te la...
possedere la lingua del posto
del paese che, in questo caso l'italia ovviamente,
ti ospita è quasi chiave per farsi,
per sentirsi insomma
accettata e integrata all'interno del contesto?
com'è stato il tuo viaggio linguistico in Italia?
DIMITRA Sì, comunque sono sicura che è così, è una potenza forte comunque avere la lingua... Nelle tue mani,
nel senso sentirla come uno strumento e non...
Perché molto spesso no,
è uno degli obiettivi che trattiamo a hmm...
anche al centro Fanon,
quando lavoriamo con persone di altre culture
e...
anche perché
molto spesso queste persone non sanno parlare
la lingua e
quindi molto spesso
diciamo che questo è un punto molto nevralgico,
di poter attraversare, di poter
entrare in un contesto, capire,
conoscere la lingua,
quindi è un'arma, sicuramente.
Per me comunque questo viaggio è stato più o meno,
cioè, complesso per quanto riguarda la scrittura,
quindi ho dovuto imparare molto a scrivere in italiano
sempre devo essere comunque
attenta a riprendere un po' di pezzi;
però dal punto di vista di,
del parlare comunque di capire gli altri
forse il fatto che appunto
avevo studiato l'italiano in Grecia
non mi ha dato mai una grande difficoltà.
OK più che altro forse era appunto quando scrivevo
eh la tesi magistrale;
poi anche per la scuola di specializzazione comunque
impegnarsi un po' di più per scrivere
perché comunque forse
è importante no?
nel senso non anche parlare è complicato
è difficile però scrivere.
un po' penso anche che alcune volte sia di più.
FOMATPLAY E come ti senti oggi
quando parli italiano dopo questo
viaggio linguistico?
e hai modo di parlare greco invece in Italia?
DIMITRA Mi sembra molto eh... non...diciamo. Se chiedi se è difficile per me parlare
comunque in italiano, nel senso se sento uno sforzo?
FOMATPLAY Come ti senti e come ti fa sentire parlare italiano?
DIMITRA hmm non lo so
cioè se non mi fa sentire in qualche modo ormai
cioè come se fosse parte di me, quindi...
forse lo sento di più in un,
cioè sento di più questo fatto che parlo in un'altra lingua quando torno in Grecia e lì
sento di avere un modo di parlare in greco
che eh sembra un po' riprendere alcune cose
della modalità forse che hanno un po' gli italiani, i napoletani, un po' i gesti, un po' la velocità, perché parlo velocemente comunque eh...
ehm anche in greco così
e quindi molti amici anche per prendermi in giro
mi dicono "ah come..
sembra che parli in italiano però parli in greco"
quindi, fa ridere un po'
questa cosa quindi sì.
e poi per quanto riguarda il greco
qua forse alcuni
in alcuni momenti ho parlato un po' il greco
con qualche persona che era di Atene
o di altri posti che stanno qua,
però non lo parlo spesso
con persone qua, quasi mai,
forse appunto quando sento
i familiari o alcuni amici in Grecia là lo. parlano.
FOMATPLAY come ti farebbe sentire parlare greco in Italia?
DIMITRA Uhm...Non lo so. Penso che con questo ho una relazione un po'
ambigua perché da una parte penso che mi piacerebbe,
comunque, poter parlare un po' di più il greco,
però d'altra parte, non so, come se,
sai, chi parla
lingue diverse
si sente comunque di, di avere, di costruire, di appartenere a mondi diversi. Quindi il fatto che
quando sono qua entro in questo mondo
quando sono in Grecia
in quell'altro mondo.
quindi, non so come starei se li dovessi mischiare
così tanto. Può essere che
hmm andrebbe bene però non...
in questo momento poter avere due appartenenze anche diverse, un po' dislocate mi è più semplice no, come se fossero dei tratti di me che escono di più nella mia
versione più italiana e tratti che escono di
più in quella greca. Un po' così lo immagino
FOMATPLAY hmm hmm, OK.
ehm volevo chiederti, ritornando al discorso del
dell'Europa ehm che facevamo prima,
ci puoi parlare del
diritto/libertà di movimento? come l'hai-
tu come l'hai-,
eh come lo interpreti?
come lo percepisci?
anche raccontato
da parte delle persone con cui ti interfacci
per il lavoro...
DIMITRA hmm....
sicuramente Io non l'ho mai sentito come un limite. Cioè,
c'è stato sempre molto molta libertà
e quindi non l'ho mai percepito come un blocco.
Sicuramente per le persone che ascolto
e soprattutto, ti direi,
adesso che faccio questa esperienza
con i minori stranieri non accompagnati dove appunto eh...
Europe Border è proprio un concetto, insomma,
molto ben radicato no, questi ragazzi che
attraversano da molto piccoli
i confini e passano diversi paesi anche eh
sradicandosi da diversi contesti ma in modo così veloce,
ehm sfidando molto spesso
i confini, i limiti ci ci fanno capire che,
insomma, l'Europa ormai è diventata tutta una sorta d
confine, limite costante no, senza vedere le persone
per il loro vissuto,
per le loro esperienze, di cosa portano; quindi,
la vedo restringente
sicuramente non potrei dirti altro
per quanto riguarda sia i minori,
sia le persone migranti, appunto,
che arrivano da altri paesi.
DI estate mi è successoa questa cosa tremenda
al mare, che non è l'unica però, in Grecia dove
questa nave, insomma, questa barca
è stata capovolta e sono morte veramente più di
1000, 2000 persone
proprio perché poi la parte greca
negava il diritto a queste persone di soccorrere no, nel mare quindi uno
dei diritti fondamentali proprio eh...
che sono stati comunque...
ehm sradicati in qualche modo,
quindi sicuramente non sento che l'Europa sia
accogliente come dovrebbe essere. No, sicuramente ehm...
però io mi sento comunque in questo discorso
una privilegiata,
sicuramente.
Perché non ho mai avuto problemi di questo tipo
e forse si tratta appunto sì di una migrazione
ma non di una migrazione né forzata né di
di altro tipo quindi, non lo so, mi sembra mi sembra una una sorta di...eh... Non di rito ma proprio
è importante poter riconoscere
i privilegi che abbiamo per poterli anche un po' lasciarli un po' da parte,
ma sia quello che gli altri non hanno avuto no,
quindi questo ha un po'
influenzato anche il modo in cui vivono
le città, gli spazi, il resto.
FOMATPLAY e come ti sentiresti se il diritto di
la libertà di movimento ti venisse
rimosso un giorno?
DIMITRA sicuramente vabbè, penso che sia normale che dica
molto male.
Però è difficile proprio, appunto, proprio perché
ho incontrato appunto
tanto privilegio dal punto di vista di
poter muovermi quando voglio.
Mi sembra così tanto strano
così tanto no paradossale che
faccio fatica nel poterlo riconoscere; sicuramente
quando
lo vedo nelle persone che che incontriamo,
non solo quelli che
magari hanno avuto difficoltà nella migrazione
ma anche tutti questi ragazzi che
in questi momenti di vite
spezzate da qua in là arrivano
e arrivano con tantissimi disagi,
sofferenze che sicuramente avranno a che fare pure con
quello che hanno vissuto col percorso migratorio
ma anche come
sono state, vengono
no percepite all'interno no del contesto culturale
dell'Europa, dell'Italia.
Sentirsi indesiderati, sentirsi
ehm appunto... la vita scarna diciamo, in qualche modo,
ehm mi insegna che sicuramente vuol dire tantissimo
non avere il diritto di
di spostarsi; quindi chiaramente
per quanto mi riguarda anche come terapeuta
vedo il risultato di
a chi viene negata no questa accessibilità
come un vero sintomo psichico
che diventa in qualche modo.
FOMATPLAY e qual è secondo te il futuro
dell'Europa e dei diritti in Europa?
DIMITRA è una domanda,
insomma no, che uno vorrebbe risponderla in modo
modo positivo, però sì, diciamo i timori ci stanno,
tu eh non puoi immaginare no?
però proprio perché politicamente la situazione, sia
In Italia ma anche
in Grecia e in diversi paesi non è molto positiva...
adesso sappiamo che in America Trump
è molto vicino di nuovo no, alle elezioni; quindi, mi sembra che è un momento buio
no, molto buio, quindi
sicuramente poter fare resistenza, poter creare dei
discorsi paralleli
e fare appunto ognuno dal suo posto
fare resistenza e cercare di costruire un altro discorso
sia l'unica strada.
Lavorare negli interstizi
in qualche modo è l'unica possibilità forse.
hmm hmm ehm
FOMATPLAY E cosa, cosa pensi, cosa hai pensato di Brexit
come momento storico
e come momento anche politico,
simbolico anche rispetto a questo discorso dell'Europa?
ti ha impattato in qualche modo? ti ha toccato?
DIMITRA direi, ammetto, di no.
Nel senso,
chiaramente penso che ha che fare anche con la storia
del Regno Unito, insomma;
di tutto una controversia
tra quanto si sente parte dell'unione europea
quanto non si sente.
sicuramente ci sono per loro sicuramente saranno anche pro e contro,
però ho vissuto in Inghilterra
sempre come un paese molto distaccato anche da culturalmente no, anche dal dialogo con gli altri Paesi forse
dell'Europa. Io però
ehm
penso che le conseguenze dal punto di Vista economico,
politico ci sono state eccome.
Ma forse non sarei così tanto eh
afferata su questo per dirti qualcosa in più.
FOMATPLAY Sei
rimasta comunque sorpresa dal risultato del referendum
o te l'aspettavi in qualche modo?
DIMITRA forse sentendo amici e amiche che hanno un po' più
avuto esperienza su questo discorso
me lo aspettavo un po'.
Quindi non è stato...
però economicamente forse diciamo appunto
siamo arrivati a parlare molto di più
perché c'è stato anche questo movimento no?
non dimentichiamo che in Grecia quindi
è stato quel momento in cui
si è pensato di uscire dall'Europa,
quindi insomma...
però forse
appunto tanti dicevano che la Grecia forse non avesse,
cioè non avrebbe avuto mai questa forza economica
per tenere, invece
l'Inghilterra ce l'ha fatta, però con
le conseguenze che chiaramente puoi anche lì no,
i costi sono altissimi
come ormai dappertutto. Però ecco lì mi sento che
eh forse era un piano già elaborato da un po'.
FOMATPLAY e invece la Grecia a che punto è?
DIMITRA eh la Grecia adesso sicuramente ha
Sempre i suoi problemi economici, sociali no, politici sicuramente c'è questo partito di destra che regna da un po' ehm...
Centrodestra e c'è una sinistra appunto,
e lo dico con molto rammarico, molto frammentata, per niente
forte molto ehm... Non sul pezzo per poter no, tenere un discorso contrario, non all'altezza no, di
eh delle
delle attese
che il popolo ha nei confronti anche della sinistra.
E quindi sicuramente un momento
forse non così drammatico economicamente come prima
ma politicamente molto retrogrado
secondo me; appunto proprio il fatto che
al di là di chi c'è nel Governo
proprio del fatto che non c'è una
antitesi, non c'è un altro discorso,
la sinistra
non riesce a farsi sentire come se non esistesse;
più un logos politico di sinistra, di un'altra dimensione veramente un po'...
Sì, fa tristezza, non solo, però insomma.
FOMATPLAY quanto sei attiva all'interno
del tessuto sociale, urbano napoletano?
in che modo sei attiva socialmente?
DIMITRA Penso prima di tutto dal punto di vista lavorativo,
sicuramente, visto che
faccio molto lavoro anche sociale nel senso
lavorando molto con migranti;
ma anche nel consultorio
dove lavoriamo
comunque sempre con famiglie, adolescenti
dei quartieri che non hanno molte possibilità economiche, quindi si fanno dei percorsi anche di accompagnamento
psicologico, educativo e si fanno dei gruppi per la popolazione appunto anche italiana per adolescenti, per per famiglie eh...
Sicuramente quindi questa parte della mia attività anche clinica all'interno di del tessuto appunto sociale; chiaramente,
non so,
sento che questo è il mio contributo più importante
anche lavorativo, no? che
vedo così anche la cura, però sicuramente per esempio
stare con delle realtà appunto di collettivi che si impegnano molto eh... Anche se magari su delle cose
uno può essere anche non d'accordo del tutto, ma
anche per quanto riguarda
il movimento transfemminista diciamo cercare di dare un contributo
è importante e penso che il Napoli
anche se alcune volte con difficoltà
per la iperturistificazione,
perde un po' il suo carattere, diciamo,
con impegno si riesce a mantenere
comunque ad un livello anche alto comunque di coinvolgimento forse no,
anche per il popolo palestinese;
insomma a Napoli ci sono state
anche dal punto giusto dei sanitari,
insomma, anche in altre città dell'Italia;
però per il sud Napoli
insomma penso che sia il primo punto...
FOMATPLAY quindi
pensi che il Napoli in qualche modo stia resistendo?
DIMITRA anche se con difficoltà...
sento che ci prova,
poi sai
no? è difficile dire che riesce proprio a resistere.
FOMATPLAY Ok, abbiamo parzialmente parlato di questo tema però
forse non in maniera diretta,
quindi dov'è per te casa?
dove pensi di appartenere?
DIMITRA non è-, una non ho una risposta, diciamo.
ehm penso che casa hmm...
c'è stata in diversi momenti della mia vita in un posto dove
appunto mi sentivo proprio stare,
però questo stare non è stato mai tranquillo
nel senso sempre molto dinamico.
Però penso di aver sentito, di essermi sentita
voglio dire a casa sia
a Torino sia a Napoli sia ad Atene;
però forse potrei dirti che
avendo attraversato diversi posti come se
dentro di me ci fosse sempre una parte un po' incompleta
sempre che cerca
qualcos'altro. Non so se
eh questo è legato ad un ritorno, forse,
finale che ne so?
o in Grecia, dove magari riprendere un po' delle cose
oppure vorrà dire che
attraverserò diverse diverse,
diverse città, insomma, e abiterò in posti diversi. Però
non ha a che fare con
i limiti del paese sentirmi a casa sicuramente
ha che fare con i rapporti, ha a che fare con i legami,
con le persone no, che uno conosce,
con le cose che costruisce;
quindi più
uno sente di aver fatto qualcosa per se stesso,
per la sua psiche
diremmo così, no?
per poter stare bene penso che lo fa sentire a casa,
quindi per me è un po'
qua, un po' là, come se fosse un puzzle.
FOMATPLAY E lavorativamente parlando, pensi di voler rimanere
in Italia e a Napoli?
DIMITRA è sempre un forse perché in questo momento comunque
sto facendo tante cose qua;
sicuramente sto lavorando molto
quindi non sento che
avrei bisogno di fare più di quello che faccio, anzi sentirei di fare di meno.
Però non mi sta colpendo negativamente Napoli
per quanto riguarda
il lavoro e lo so che è una cosa strana dirlo,
particolare, no?
perché appunto
tante persone qua soffrono per la mancanza di lavoro
però sono riuscita a a trovare delle cose quindi
non mi sento,
come dire, che devo fuggire no per un altro paese
per trovare lavoro,
per cercare un'altra possibilità.
FOMATPLAY quindi diciamo che
immagini il tuo futuro, comunque tutto sommato,
a Napoli o in Italia...
DIMITRA sì, come per esempio posso immaginarlo pure un po'
comunque in Grecia; magari
sempre un po' a metà.
FOMATPLAY E che rapporto hai con i tuoi colleghi?
come l'ambiente lavorativo
in cui sei insediata?
Dimitra Eh sono diversi contesti, quindi secondo me
dipende, però è importante pure poter forse....
la cosa che fa lavorare bene
è il voler lavorare,
dedicarsi e poter comunicare,
dialogare con gli altri;
sicuramente ci sono contesti che...
forse con le persone no, abbiamo anche dei punti di vista
uguali, forse vicini altri dove magari non così tanto però non in modo conflittuale; sicuramente in passato forse ho attraversato situazioni lavorative che mi hanno insegnato molto, però dove ho risco
delle situazioni poco poco graditi diciamo, ecco.
FOMATPLAY E dal punto di vista invece retributivo
sei soddisfatta? E pensi che comunque sia
sia facile o difficile per una persona non italiana
trovare un lavoro
a Napoli e/o in Italia?
DIMITRA per una persona italiana, dici?
FOMATPLAY non italiana
DIMITRA ah non italiana.
Eh penso che sia difficile sicuramente eh... Trovare
un lavoro retribuito bene.
Molto di più secondo me
per una persona che non è italiana,
sicuramente. lo penso
perché l'italia non è nemmeno un paese forse dove
eh molto benestante. Sicuramente lo è
però non è nemmeno come l'Olanda,
le Germanie che non sono diventati
dei paesi dove dove persone che hanno migrato anche dalla Grecia, dall'
Italia, dal sud del mondo,
hanno trovato lavori
hanno fatto lavori anche molto ben retribuiti.
l'italia hmm...
non direi così tanto no. Io penso di essere
economicamente
contenta in questo senso in questo momento.
Ma proprio perché
faccio anche tanti lavori.
E forse anche essendo psicologa è difficile dire...
Però sia
la situazione no, del terzo settore, le cooperative
pagano sempre in modo abbastanza legato alla
appunto a partita IVA,
a prezzi molto bassi quindi... sicuramente
il sociale soffre molto,
e quindi anche chi si occupa di questo,
non dimentichiamo anche le politiche migratorie;
aver tolto dei soldi anche dai SAI, dai SPRAR...ehm,
ehm non avere più le scuole dello psicologo
all'interno di queste strutture
quindi, come dire? è tutto un
un sistema di cose che fa sì che
Io non ho questi problemi non perché appunto
ehm....
Secondo me ha a che fare con quanto uno viene pagato,
ma proprio perché forse
finisce fare tanti lavori per riuscire a
avere ehm magari un mensile che
che pensi che sia all'altezza.
FOMATPLAY Okay, tu hai la cittadinanza italiana, vorresti acquisirla,
se non ce l'hai?
DIMITRA allora non ho ancora la cittadinanza italiana perché parte tutto il processo da quando poi hai la residenza e quindi
ci mancano, se non sbaglio,
3 o 4 anni no? per averla se non sbaglio...
però sì...
FOMATPLAY vorresti acquisirla?
DIMITRA ma non come una cosa no, sai, di poter "ah ho pure la cittadinanza italiana", ma proprio perché mi sento comunque di vivere qua ehm... Da tanto tempo avere anche contribuito penso
come parte no, di una cultura scientifica
aver dato qualcosa...
e poi penso anche che appunto
impegnarsi di stare in un luogo, dare del tuo tempo, fa sì che puoi richiedere
questa cosa, quindi non lo so, la vedo come una sorta di... Sembrerà strano, di premio no, avere questa cittadinanza,
quindi farsi no, per chi non è di qua,
sentire ancora più parte di un tutto
forse in qualche modo.
FOMATPLAY OK.
adesso ti farò una serie di domande brevi
e puoi rispondere altrettanto brevemente
a quello che ti chiederò.
Puoi
definire la libertà di movimento in una sola frase?
DIMITRA andare avanti senza fermarsi
FOMATPLAY e come ehm riassumeresti la le tue esperienze
legate alla libertà di
di movimento in Europa fino ad ora?
DIMITRA in viaggi, diciamo viaggi arricchenti insomma
perché mi hanno dato la possibilità di muovermi
e sentirmi
di poter fare esperienza del luogo dove stavo.
FOMATPLAY in poche parole
come ti sentiresti se la libertà di movimento
ti venisse revocata?
DIMITRA appunto come senza voce,
senza avere voce in capitolo in qualche modo, quindi
subire qualcosa.
FOMATPLAY dov'è casa e dove senti di appartenere?
DIMITRA casa adesso è Napoli.
Però sento di appartenere in posti diversi, quindi sì.
FOMATPLAY come ti senti in Italia?
DIMITRA mi sento a casa, comunque, non mi sento estranea.
FOMATPLAY cosa ti manca di più della Grecia?
DIMITRA è una sensazione: sono dei colori, i profumi,
il cibo ehm...
e dei luoghi.
FOMATPLAY prenderesti
le stesse decisioni oggi di quelle prese nel passato?
DIMITRA Alcune sì, forse altre no, però sullo spostamento su,
sul vivere no diversi paesi sì.
FOMATPLAY Chi sei? Puoi definirti in tre quattro parole?
DIMITRA difficile...
in movimento...
complessa, multipla
e in conflitto.
FOMATPLAY OK grazie dei mitra per aver partecipato
al progetto